giovedì 26 luglio 2012

Protestano i presidenti di Provincia. A rischio scuole e dipendenti

Roma, 26/7/2012 - Dalle Province arriva "l'ultimo appello" affinche' vengano ridotti i tagli previsti dalla spending review: "Siamo ancora in tempo - ha detto il presidente dell'Unione delle Province Giuseppe Castiglione al termine dell'ufficio di presidenza - perche' si possa alleggerire il taglio alle Province e perche' vengano alleggeriti i vincoli del patto di stabilita'". "Chiediamo anche - ha proseguito - che venga prevista una deroga al patto di stabilita' per gli investimenti per l'edilizia scolastica". E conclude: "Speriamo che il nostro appello si concluda positivamente, valuteremo il percorso e giudicheremo", ha concluso Castiglione spiegando che "a settembre ci saranno altre iniziative con i presidenti delle Province". EDILIZIA SCUOLE - Zero euro per coprire la norma che riguarda lo stanziamento di fondi per l'edilizia scolastica. Dal 2005 ad oggi le Province non hanno ricevuto nulla e oggi lo denunciano con un dossier distribuito per protesta contro la spending review che impone ulteriori tagli. L'Upi, Unione delle province, ricorda che dal 2005 al 2011 le Province hanno destinato alle scuole quasi 9,4 miliardi di euro. Nello stesso periodo lo Stato ha destinato alle scuole 227 milioni di euro. E, domandano i presidenti di provincia, "Che fine hanno fatto i fondi della delibera Cipe destinati all'edilizia scolastica?". Ad oggi "sono stati liquidati zero euro". Spariti anche i fondi per l'edilizia della Finanziaria 2010. A tutto cio' si aggiunge il fatto, segnala l'Upi, che "dal 2008 al 2011 i tagli ai bilanci hanno ridotto di quasi il 20% la possibilita' delle Province di investire nelle scuole". Le Province gestiscono "oltre 3200 istituti scolastici di scuola secondaria (ed oltre 5000 edifici) con una spesa annua di circa 1,5 miliardi di euro, ma con uno stock di debito al 31.12.10 delle Province che ammonta a 3,3 per la sola edilizia scolastica. E' evidente che mentre le Province hanno programmato nel tempo questi investimenti e' molto difficile trasferire oneri di questa portata ai Comuni, anche alla luce delle regole del patto di stabilita' interno. Il trasferimento di queste funzioni dalle province ai Comuni pone in seria difficolta' il funzionamento di un servizio essenziale per il Paese come quello relativo all'istruzione secondaria superiore, con gravi ripercussioni sugli studenti e sulle famiglie". I DIPENDENTI - "I tagli previsti per 500 milioni porteranno un rischio dissesto per almeno la metà delle Province e quindi, automaticamente, al rischio mobilità dei dipendenti", ha detto il presidente dell'Unione province italiane (Upi), Giuseppe Castiglione, in una conferenza stampa a Roma. "Facciamo un nuovo appello al governo: siamo ancora in tempo per alleggerire i tagli alle Province e chiediamo che sia concessa una deroga al Patto di stabilità per quanto riguarda le scuole", ha concluso Castiglione. (Affaritaliani.it)