martedì 17 luglio 2012

OPERAZIONE BUFALO

La radice dell'operazione Bufalo riguarda finanziamenti della camorra, dei Casalesi, e marchi di "origine protetta" contraffatti. L'operazione è stata condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli e dal Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Roma e Napoli. Sono stati arrestati il re della bufala campana Giuseppe Mandara, di 56 anni, titolare dell’omonimo gruppo caseario e il suo stretto collaboratore Vincenzo Musella. E sono stati emessi due ordini di custodia cautelare ai domiciliari per altri due dipendenti del gruppo.Mentre sono state emesse nove misure interdittive del divieto di esercitare impresa e anche per la professione di chimico analista. A carico di Mandara e dei suoi collaboratori il giudice delle indagini preliminari ha emesso una misura cautelare per associazione per delinquere di stampo mafioso, contestando anche reati in materia di tutela della salute pubblica. Sono stati sequestrati i beni per l’intero patrimonio del gruppo caseario, con valore stimato oltre i 100milioni di euro. Sono stati sigillati palazzine, silos e laboratori di analisi. I provvedimenti non riguardano i punti vendita in franchising sparsi su tutto il territorio nazionale. Il gruppo esporta in Italia e all’estero circa duecento quintali di mozzarella di bufala al giorno, mozzarella che viene esportata anche negli Stati Uniti, in Giappone, Russia e addirittura Nuova Zelanda. Le indagini hanno condotto a rapporti di stretta amicizia tra Giuseppe Mandara ed elementi del clan La Torre di Mondragone, vicino ai Casalesi. Un legame talmente saldo che secondo la procura di Napoli il titolare avrebbe testimoniato il falso per il boss Augusto La Torre, chiamato lo psico-boss, capoclan dei mondragonesi, pentito e in carcere. L’imprenditore ha creato un alibi per il capocamorra facendo cadere l’accusa di duplice omicidio. Secondo la procura, La Torre sarebbe il socio ombra di Mandara. Grazie ai finanziamenti del clan, il re della bufala sarebbe riuscito ad aumentare la sua attività negli anni 80′, incrementando clienti e produttività. Mandara, per i pm diretti da Federico Cafiero de Raho, è stato finanziato dal 1983 con ben 700milioni di lire. Altri favoritismi concessi all’imprenditore riguardano per esempio l’acquisto di terreni vicini al caseificio di Mondragone, spazi utili per la ILC srl, sua prima società. La compravendita è avvenuta a prezzi irrisori, dopo averne minacciato i proprietari, e con prestiti da istituti di credito per aumenti di capitale sociale. Nel 2003 la Ilc si trasformò in Spa cedendo il 49 per cento del pacchetto azionario alla “Alival”, azienda toscana specializzata in prodotti caseari, le cui quote sono state sequestrate oggi insieme a quelle (51 per cento) facenti capo a Mandara. Altro filone delle indagini riguarda i formaggi venduti sotto il marchio provolone del monaco dop, specialità tipica campana, in realtà contraffatta. Alcune forme venivano vendute con il patronimico di “Provoloni di Monaco”. Una specialità che richiede tra l’altro, di essere realizzata solo in primavera e inizio estate, proprio per la qualità eccellente del suo latte e le rigide disposizioni di stagionatura. Questo filone di indagini e’ stato condotto, in particolare, dai militari del Noe. La Dia, invece, si e’ interessata della collusione con ambienti delle criminalita’ organizzata casertana. Sequestrato il punto vendita di Mandara adiacente allo stabilimento di Mondragone dell’azienda. Tra i reati contestati all’imprenditore, anche il commercio di sostanze alimentari nocive e la vendita di prodotti con segnali mendaci. Mandara avrebbe dato ai suoi collaboratori l’autorizzazione alla messa in commercio delle “ciliegine” di bufala pur essendosi rotta una guarnizione della macchina impastratrice con caduta di frammenti di ceramica nel prodotti in lavorazione. Il fatto risale ad agosto del 2008, e gli investigatori ne sono venuti a conoscenza intercettando le conversazioni del capo. “I frammenti di ceramica – sottolinea in un comunicato il procuratore aggiunto della Dda Federico Cafiero De Raho – avrebbero potuto danneggiare l’apparato digestivo”. Fabrizio Camastra STRANI LEGAMI - Non rilascia per ora dichiarazioni Confindustria Caserta e il suo presidente Gennaro Pagano, socio di Mandara nell’Agrisole e general manager della Cosma spa. Salì al posto di Mandara nel 2009. La stessa nota di Confindustria relativa alla sua elezione segnalava che con una partecipazione pari a circa il 30%, unitamente alla Ilc Mandara spa ed al Gruppo Alival spa. Cosma spa è anche socia dell’azienda Agrisole srl, società attiva nella produzione di burro proveniente dalla trasformazione di panna prodotta dai caseifici presenti in Campania e nel Lazio. Mandara è stato espulso oggi dal Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop. A riferirlo una nota dell’ente, annunciando di costituirsi parte civile al processo: Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, riunitosi oggi pomeriggio in seduta urgente e straordinaria, ha deliberato l’espulsione dall’organismo del socio ILC Mandara spa, è stato coinvolto stamane nell’operazione Bufalo della Dia di Napoli. Inoltre il Consorzio di Tutela ha deciso di costituirsi parte civile nell’eventuale processo che sarà celebrato. “Siamo di fronte a un episodio gravissimo – commenta il presidente del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo – pertanto abbiamo deciso di agire immediatamente, per bloccare ogni tentativo di creare confusione tra i consumatori. Intendiamo tranquillizzare così i produttori e i cittadini, che in queste ore vengono a conoscenza di tante notizie sulla vicenda. Il Consorzio di Tutela ha messo e metterà in campo tutti gli strumenti a disposizione per tutelare la mozzarella di bufala campana, l’unica in commercio che può vantare il marchio Dop. D’altra parte, si sottolinea come l’operazione della magistratura non riguardi in alcun modo il sistema di certificazione della mozzarella di bufala campana Dop, la cui qualità è garantita proprio dalla denominazione europea” La società legata alla camorra I.L.C. Spa però figura ancora on line nell’albo dei produttori di mozzarella Dop.