domenica 15 luglio 2012

BERSANI SI RIFUGIA NEL PRESIDIO GIURIDICO

All'ultima assemblea del Partito Democratico, fissata per decidere il programma da presentare alle elezioni politiche, è stato presentato un ordine del giorno sui matrimoni gay, che ha dato luogo a tensioni e riacceso le forti divisioni interne sui tempi etici. La motivazione che ha spinto la corrente laica dei deomocratici a presentare all'assemblea il documento, sottoscritto tra gli altri anche dai deputati Paola Concia e Ignazio Marino, è che "non vi sono ragioni affinchè il PD non si debba schierare apertamente in favore dei matrimoni omosessuali". Per i laici non ci sono ne ragioni giuridiche, ne politiche e tantomeno morali morali che individuino nelle coppie omosessuali unioni diverse da tutte le altre, cui riservare istituti di seconda categoria. Il documento chiede che il Pd adotti apertamente nel programma elettorale, che sarà presentato alle prossime elezioni politiche, la proposta di estendere il matrimonio civile alle coppie gay. A margine dell’assemblea nazionale, Rosy Bindi ha riunito la commissione diritti del Pd. Al centro della riunione è stato posto il discusso ordine del giorno. Rosy Bindi ha tentato una difficile mediazioni per evitare lo scontro con i cattolici del Pd. Alla fine della riunione è stato deciso di prendere tempo e studiare più approfonditamente la questione. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani durante l’assemblea ha sottolineato che una coppia omosessuale “ha diritto ad una dignita’ sociale e ad un presidio giuridico” e che “l’omofobia e’ una vergogna che va contrastata con la forza della legge”. Le precisazioni del segretario nazionale non hanno convinto i cattolici e le tensioni sono continuate. Così Bersani ha dovuto chiarire che per i gay vuole un riconoscimento di unione che però non si chiami matrimonio, come invece vorrebbe l’ala che ha promosso l’ordine del giorno. Bersani è apparso al centro di un vero e proprio fuoco incrociato, tra coloro che vorrebbero un'apertura totale per i diritti dei gay, comparabili a quelli delle coppie etero e l'ala cattolica dei democratici, che di matrimoni omosessuali non vuol sentire proprio parlarne. La spaccatura in assemblea è stata evitata, rinviando la questione ad una riunione apposita, ma le parti contendenti sono determinate e disposte a tutto pur di avere riconosciute le proprie ragioni. Il segretario del Pd sa di essere seduto su una polveriera e per ora è riuscito a rifugiarsi dietro la formula del "presidio giuridico". Una formula che è salva la forma, ma non la sostanza. Fabrizio Camastra