sabato 11 dicembre 2010

Osservatorio sociale provinciale

Nel tradizionale appuntamento annuale, in Provincia di Siena, l’Osservatorio sociale provinciale ha presentato i dati del 2009. La relazione, intitolata “Da bambini ad anziani, per verificare dati e cambiamenti, servizi e progetti”, è stata aperta dall’assessore provinciale al welfare Simonetta Pellegrini, la quale ha spiegato che il lavoro di raccolta dei dati sociali è propedeutico ad una migliore programmazione dei servizi. L’assessore ha esposto come la provincia di Siena, dal punto di vista sociale, è una realtà dinamica, in movimento. L’anno 2009, rispetto al precedente, ha segnato ancora un aumento della popolazione immigrata, sia di provenienza estera che nazionale. Questi flussi migratori hanno una tendenza a stabilizzare il numero dei residenti della provincia e per l’assessore Pellegrini è, dunque, importante raccogliere la sfida di continuare a costruire una società dinamica, plurale. Dove le nuove culture abbiano la possibilità di integrarsi.
La provincia di Siena è la quarta in Toscana per anzianità. Rispetto al 2008 sono aumentati sia gli over 65 che gli over 85; e quindi sono in aumento anche i bisogni, tipici di una popolazione longeva. Che poi in via primaria sostanziano prevalentemente nell’assistenza ai non autosufficienti. Per la Pellegrini il taglio del Cinque per Mille rischia di ripercuotersi pesantemente proprio sulle fasce più deboli della società.
Rispetto agli anni passati viene registrato un lieve aumento nel dato di percentuale delle nascite; più 0,7% quello relativo alla fascia di popolazione di origine senese; più 9,1% l’aumento di nascite della popolazione immigrata. Il paese in provincia dove nel 2009 sono nati più bambini è stato Radicofani, mentre Trequanda è quello dove ci sono state meno nascite.
A margine della relazione vi è stato anche un dibattito aperto ai presenti. Dove si segnala l’intervento dell’assessore alle politiche giovanili del Comune di Montepulciano, Andrea Bigianti, il quale ha sottolineato che i focus presentati riguardavano solo i dati dei bambini e degli anziani, mentre non è stato approfondito abbastanza il tema dei giovani. Bigianti ha riferito come la disoccupazione giovanile sta assumendo tratti drammatici anche in provincia di Siena. La flessibilità, un tempo chiesta ai giovani, quale modalità di accesso al mondo del lavoro, ha spiegato l’assessore poliziano, ha portato i giovani a soggiacere ad un precariato selvaggio. Bigianti ha detto che pone speranze nelle politiche giovanili prospettate dal governatore della Regione Toscana Rossi, ma come istituzioni locali c’è bisogno di slancio, perché non bastano solo i contatti con il mondo dell’associazionismo. E’ intervenuto anche Fabrizio Camastra, Consigliere provinciale, il quale ha evidenziato il dato preoccupante di crescita delle famiglie monogenitoriali: una realtà drammatica che riverserà sulle generazioni future bisogni e problematiche nuove, che andranno a sommarsi ai tradizionali bisogni delle famiglie normali, le quali allorché non riceveranno politiche di assistenza adeguate e specifiche, rischieranno addirittura di essere penalizzate per il fatto stesso di essere normali. Camastra ha citato l’economista americano Alfred Marshall il quale sosteneva l’importanza strategica delle famiglie, quale luogo centrale di tutto il processo educativo dei figli, soprattutto nella prima infanzia, dove vengono plasmate le generazioni che domani muoveranno la produzione e l’economia.
I lavori sono stati conclusi dal discorso del Presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini, il quale ha spiegato che anche se il tasso di vecchiaia in provincia è alto, il dinamismo che abbiamo è interessante. Bezzini preferisce una società che sia in movimento e quindi sul piano politico misurarsi con le contraddizioni offerte dai fenomeni del cambiamento. Per il presidente della Provincia và ricercata la giusta correlazione tra il dinamismo sociale e quello economico. Ecco perché, ha spiegato, ci poniamo il problema di come aggiornare il sistema del welfare. Il presidente Bezzini ha parlato di brutalità dei tagli voluti dal Governo centrale, per causa della crisi, ma dopo le polemiche egli sostiene che bisogna porsi il problema del ruolo delle politiche pubbliche: non vogliamo gestire solo la ritirata.