lunedì 22 novembre 2010

La rinegoziazione dei mutui accontenta la maggioranza e preoccupa l’opposizione

di Massimo Mori (Consigliere provinciale di Siena Pdl)

Tre milioni da investire? La realtà è più semplice e diversa, la rinegoziazione è stata decisa solo perché l’amministrazione provinciale di Siena, non si trovava più in grado di pagare i propri debiti.
Semplicemente sono finite le erogazioni a pioggia, che permettevano di spendere e spandere senza seguire logiche adeguate. Sono finite perché il Governo centrale ha applicato una politica di maggior rigore, perché la Regione Toscana ha ridotto i suoi flussi finanziari, la Fondazione MPS ha meno soldi da distribuire, anzi a dire il vero non ne ha proprio più.
La politica degli sprechi e delle clientele, applicata negli anni precedenti, è arrivata al limite e quindi non più sostenibile, allora come fare oggi, in fase di ristrettezze economiche, a pagare ciò che hanno speso con la semplicità di chi pensava di avere risorse illimitate a disposizione? Semplice, prima di tutto si assegna ad altri la colpa, mancano i soldi perché il governo nazionale ha tagliato parte dei finanziamenti, poi lavata la faccia, si stabilisce che i debiti li pagheranno altri al posto loro.
Infatti, aver rinegoziato i mutui e portato la scadenza a trenta anni, altro non significa che aver ridotto la rata dei mutui e niente più, con l’aggravante che per sei mandati, altri pagheranno le loro scelte, non solo, ma dobbiamo anche sapere che in realtà ancora sono convinti, che le rate saranno pagate dalla Fondazione MPS attraverso i contributi, insomma alla fine, chi ti ha concesso il mutuo lo deve anche pagare.
Ultima chicca, si fa per dire, l’operazione fatta in tutta fretta, porta il debito contratto in mutui, dagli attuali ventitremilioni e settecentomila euro a una cifra che alla scadenza sarà di ben oltre i centomilioni di euro.
Di quali investimenti si parla? In consiglio provinciale tale manovra è stata presentata per esigenze legate alle difficoltà finanziarie, non c’entra nulla le iniziative in direzione della green economy per le energie rinnovabili e ancor meno eventuali valorizzazioni dei prodotti locali.
Un vecchio detto senese recita che “ le chiacchiere non fanno farina ”, a voler significare semplicemente che programmi e impegni devono essere considerati un fatto serio e non come elementi imbonitori o giustificativi, questa scelta è stata compiuta per rimediare a difficoltà che potevano essere evitate, non per avere disponibilità per fare investimenti per il bene comune.
Ultima riflessione, è bene che tutti siano a conoscenza del fatto che ogni scelta, compiuta da quest’amministrazione, è decisa a colpi di maggioranza, possono farlo, è giusto perché il governo compete a loro, ma almeno potrebbero evitare di nascondersi dietro giustificazioni inascoltabili e qualche volta, ascoltare anche i pareri e le proposte dell’opposizione.