martedì 30 novembre 2010

Le Società della Salute non svolgono attività sussidiaria, perchè non sono state pensate per la persona

La Società della salute della Valdichiana senese esiste dal 2005. Ha preso il posto della Conferenza dei Sindaci, che era un organo di controllo in linea con i principi dell’ordinamento Amministrativo, laddove è stabilito che il Sindaco ha la responsabilità della salute della propria comunità.
In sostanza la Conferenza dei Sindaci era un organo politico autonomo, di controllo effettivo e non astratto, tant’è che aveva anche il potere di revoca del direttore generale dell’Azienda sanitaria. Con la Società della salute i sindaci hanno accettato di sedere al tavolo delle scelte sanitarie, rinunciando di conseguenza al potere di controllo, dal momento che compartecipando alla responsabilità il controllo non ha più la stessa efficacia. A meno che non si voglia far passare l’assunto che chi prende le decisioni può anche giudicare se stesso.
Una delle sfide della sanità è quella di dar luogo ad un percorso virtuoso di raccordo tra ospedali e territorio. Per evitare lunghe degenze, ma anche perché un malato vero lo si cura meglio a casa, nel conforto domestico. In quest’ottica partì la sperimentazione dell’allora assessore alla Sanità della Regione Toscana, oggi Presidente, Enrico Rossi. Vennero marcati i due ambiti, le due vie di percorso del malato, quello interno, dell’ospedale, gestiti dall’Usl. E quello esterno, del territorio la cui competenza, per una precisa scelta politica, fu data alle Società della salute. Con il passare del tempo la nuova organizzazione è andata a regime e quindi ha preso evidenza il fatto che si sono venuti a creare due centri decisionali distinti, sugli stessi livelli di competenza. Ciò ha comportato inevitabili rallentamenti in fase di progettualità della salute dell’Azienda sanitaria.
A leggere i tempi medi di attesa registrati in Valdichiana, riportati in internet dall’Usl 7, viene da mettersi le mani in testa. Tre mesi per un ecodoppler, cinque per un esame endoscopico o per un RX torace, otto mesi per una mammografia (che le donne dovrebbero fare ogni due anni). Questi sono esami di approfondimento, quindi importanti. Le liste di attese dal 2005 ad oggi sono peggiorate e non è un caso che ciò sia avvenuto in concomitanza del venir meno della funzione di controllo che prima veniva svolta dalla Conferenza dei Sindaci. Questa è la verità, la realtà che sta sotto gli occhi di tutti e per la quale prima che un’opinione bisogna farsene una ragione. La Società della salute non svolge alcuna azione sussidiaria perché non è un organo autonomo. E ciò è provato dal fatto che la drammatica situazione delle liste d’attesa per gli esami ospedalieri, nonché le voci che talvolta s’ascoltano che diminuiranno reparti e servizi dell’ospedale di Nottola, non trovano alcuna forza per essere denunciate da coloro che in primis hanno la responsabilità della salute dei propri cittadini, cioè i Sindaci. Soprattutto, la Società della salute non svolge alcuna azione sussidiaria perché non è stata pensata sulla persona, ma progettata per essere una camera di decompressione di tensioni sociali. La diabolica funzione della Società della salute è mantenere l’ordine sociale, altro che servizio al cittadino. Lo stiamo vedendo: ci stanno scippando l’ospedale in Valdichiana, ci fanno aspettare mesi per una banale endoscopia e in provincia di Siena l’azione politica è tutta tesa ad insabbiare le discussioni, anziché portale in evidenza.
Quando nel 2005 partì la sperimentazione delle Società della salute, venne contestualmente istituita la Consulta regionale che avrebbe dovuto esprimere un giudizio di analisi in merito. La Consulta concentrò la propria indagine sui cittadini. L’esito fu che la gente non aveva alcuna percezione di utilità del nuovo soggetto sanitario. E un ente non è sussidiario quando la sua funzione non viene percepita tale dalla gente.