martedì 26 ottobre 2010

Inqualificabile brutalità nella bonifica degli argini dei torrenti

CAMASTRA E MICHELOTTI PRESENTANO MOZIONE IN PROVINCIA

La sensibilità ai danni ambientali procurati dalla inqualificabile brutalità della bonifica degli argini dei torrenti che viene portata avanti in Provincia di Siena, manifestata recentemente a mezzo stampa dal Dott. Pierpaolo Giglioni, dirigente del Pdl provinciale, è stata prontamente raccolta dai Consiglieri provinciali del Pdl Camastra e Michelotti i quali hanno presentato in discussione al prossimo Consiglio provinciale un documento di denuncia dei fatti e insieme l'augurio che la natura possa essere trattata meglio di come stanno facendo gli operatori della bonifica.
Nel documento si legge che "L'odiosa tassa sulla bonifica dei fossi imposta nel senese da Unione dei Comuni e Comunità Montane, oltre a vessare il contribuente, sta producendo uno scempio ambientale e incalcolabili danni a causa della scellerata campagna di taglio della vegetazione lungo gli argini dei ruscelli che solcano le nostre stupende campagne". Camastra e Michelotti puntano l'attenzione sul fatto che vengono abbattute con estrema disinvoltura querce talvolta secolari, con il conseguente sfregio dell'habitat che ha reso celebre e apprezzate nel mondo le nostre terre.
I consiglieri del Pdl oltre a chiedere all'Amministrazione provinciale maggiore accortezza per il futuro, intendono impegnare la Provincia affinchè venga fatta chiarezza circa la tracciabilità del commercio di questo legname tagliato, perchè ad oggi non è chiaro dove va a finire, a che prezzo e da chi viene incassato l'eventuale beneficio.

LA SENSIBILITA' DI GIGLIONI IN UN'INTERVISTA A MATTIOLI

E' appena tornato da Roma dove ha consegnato al Ministero dell'Ambiente sulla via Cristoforo Colombo una denuncia per scempio della campagna senese. Nei giorni scorsi la presenterà anche alla provincia di Siena. E' inferocito Pierpaolo Giglioni, il giovane coordinatore e capogruppo del Pdl a Chianciano che è anche membro del coordinamento provinciale del partito e uno dei rappresentanti locali della Federazione della caccia. Da settimane raccoglie documentazione e scatta fotografie per il dossier di denuncia. Lo incontriamo nella sua abitazione nei pressi di Sarteano in Val D'Orcia dove si e' tolto giacca e cravatta, utilizzati per la trasferta romana, e ha indossato un comodo maglione color verde marcio.

Ma che e' successo?

"E' successo - quasi strilla Giglioni - che quell'odiosa tassa sulla bonifica dei fossi imposta nel senese da Unioni dei Comuni e Comunità Montane, su cui si è tanto discusso, oltre a vessare il contribuente ha prodotto uno scempio ambientale ed un danno alla biodiversità ed all'ambiente senese davvero incalcolabile. In pratica il personale inviato da Unioni dei Comuni e Comunità Montana a "bonificare" i nostri torrenti, sia chiaro che non ce l'ho con i nostri operai che fanno solo il lavoro che gli viene ordinato, ha intrapreso una scellerata campagna di taglio della vegetazione lungo l'argine dei ruscelli nelle nostre stupende campagne, distruggendo in maniera irreparabile - aggiunge spargendo su un tavolo di fronte a noi decine di fotografie - l'ecosistema delle siepi ed il biotopo tradizionale, che tanto è caro al paesaggio delle nostre campagne e tanto ha contribuito a renderle celebri a livello internazionale. Gli alberi e le siepi che nascevano lungo l'argine dei fossi costituivano un elemento essenziale per la biodiversità del nostro ecosistema offrendo protezione, riparo ed habitat per numerose specie di animali il cui ambiente è sempre più ristretto e minacciato dalle attività umane".

Ma e' quello che prevede la bonifica?

"Non direi proprio - risponde alzando sempre di piu' il tono della voce - perchè sono state abbattute migliaia e migliaia di piante, persino querce secolari, senza alcun ritegno. Se un privato cittadino rompe anche soltanto un arbusto è passibile di sanzioni pesantissime, questi signori inviati dalle Unioni dei Comuni e dalle Comunità Montane con enormi trattori, ruspe e vere e proprie segherie mobili, hanno abbattuto migliaia di alberi anche all'esterno del letto dei ruscelli. Quelle file di piante e quei boschi che costeggiavano i nostri fiumi minori, oltre a garantire il prezioso habitat di cui abbiamo parlato prima, hanno reso celebre a livello internazionale il nostro paesaggio rurale caratterizzandolo con l'interposizione di queste file di alberi verdi e boschi tra un campo e l'altro, addolcendo quella "brullità" che l'agricoltura a monocoltura intensiva determina. Tutto questo è stato fatto praticamente senza nessuna utilità per la collettività perché queste piante non causavano nessun danno e non ostacolavano in nessun modo lo scorrere delle acque: le Comunità Montane e le Unioni dei Comuni dovevano limitarsi semmai a togliere dal letto dei ruscelli quel materiale secco e quei rifiuti accumulati dalle piene dei torrenti stessi ed invece è stata fatta piazza pulita di tutte le piante e dei boschi, che sono stati selvaggiamente abbattuti".

Ma che fine hanno fatto queste piante abbattute?

"C'è da dire che oltre al danno ambientale e paesaggistico incalcolabile, oltre ai soldi carpiti ai cittadini della provincia di Siena con questa odiosa tassa, c'è anche un altro aspetto che corre il rischio di far divenire questa vicenda vergognosa veramente odiosa: infatti mi sono chiesto anch'io che fine fanno i tronchi delle piante che vengono abbattute. Il tronco di una quercia secolare ad esempio, a causa delle giustissime restrizioni che ne vietano assolutamente il taglio, ha un valore economico veramente ingente: a chi e da chi vengono ceduti questi tronchi? Chi regola e controlla il flusso di denaro scaturito dal taglio di questi alberi? Dove finiscono questi soldi? Come vengono tassati i proventi scaturiti dai tronchi? Quel che è certo è che questo lavoro non è stato fatto male, ma malissimo ed ha prodotto uno scempio ambientale ed un danno alla collettività incalcolabile. E vi sono molti punti che debbono essere chiariti".

Dopo la sua denuncia al ministero dell'Ambiente che si aspetta?

"Dopo aver informato il Ministero dell'Ambiente - risponde con un sorrisetto che gli si stampa sulla bocca- aspettiamo le ispezioni che non dovrebbero tardare. La speranza è che gli abbattimenti delle piante terminino quanto prima e che sia quantificato il danno purtroppo già prodotto da questa pratica terribile in modo che chi ha sbagliato paghi. Purtroppo per sanare lo scempio prodotto occorreranno decine di anni con un danno al bellissimo paesaggio delle nostre campagne ed all'ambiente veramente incalcolabile".


LA MOZIONE PRESENTATA IN PROVINCIA DA CAMASTRA E MICHELOTTI

Premesso che l’odiosa tassa sulla bonifica dei fossi imposta nel senese da Unioni dei Comuni e Comunità Montane su cui si è tanto discusso, oltre a vessare il contribuente ha prodotto uno scempio ambientale ed un danno alla biodiversità ed all’ambiente senese davvero incalcolabile. In pratica il personale inviato da Unioni dei Comuni e Comunità Montana a “ bonificare “ i nostri torrenti ha intrapreso una scellerata campagna di taglio della vegetazione lungo l’argine dei ruscelli nelle nostre stupende campagne, distruggendo in maniera irreparabile l’ecosistema delle siepi ed il biotopo tradizionale, tanto caro al paesaggio delle nostre campagne e che tanto ha contribuito a renderle celebri a livello internazionale;
-gli alberi e le siepi che nascevano lungo l’argine dei fossi costituivano un elemento essenziale per la biodiversità del nostro ecosistema offrendo protezione, riparo ed habitat per numerose specie di animali il cui ambiente è sempre più ristretto e minacciato dalle attività umane.
Premesso inoltre che è stato abbattuto un considerevole numero di piante, tra le quali anche querce secolari, senza ritegno alcuno. Sono state abbattute migliaia di piante, persino di querce secolari, senza alcun ritegno. Gli operai inviati dalle Unioni dei Comuni e dalle Comunità Montane con enormi trattori, ruspe e vere e proprie segherie mobili, hanno abbattuto alberi anche all’esterno del letto dei ruscelli.
Quelle file di piante e quei boschi che costeggiavano i nostri fiumi minori, oltre a garantire il prezioso habitat di cui abbiamo parlato prima, hanno reso celebre a livello internazionale il nostro paesaggio rurale caratterizzandolo con l’interposizione di queste file di alberi verdi e boschi tra un campo e l’altro, addolcendo quella “brullità” che l’agricoltura a monocoltura intensiva ha determinato.
Considerato che quanto esposto è stato fatto praticamente senza nessuna utilità per la collettività perché queste piante non causavano nessun danno e non ostacolavano in nessun modo lo scorrere delle acque: le Comunità Montane e le Unioni dei Comuni dovevano limitarsi semmai a togliere dal letto dei ruscelli quel materiale secco e quei rifiuti accumulati dalle piene dei torrenti stessi ed invece è stata fatta piazza pulita di tutte le piante e dei boschi, che sono stati selvaggiamente abbattuti. Per i motivi esposti
IL CONSIGLIO PROVINCIALE IMPEGNA IL PRESIDENTE E LA GIUNTA
-Ad adoperarsi per avere notizia di quanto accaduto e di relazionare successivamente in merito ai fatti esposti;
-ad attivarsi per reperire informazioni sulla sorte dei tronchi delle piante abbattute, Atteso che il tronco di una quercia secolare ad esempio, a causa delle giustissime restrizioni che ne vietano assolutamente il taglio, ha un valore economico veramente ingente;
-a impegnarsi per recuperare i tronchi tagliati, e a verificare la eventuale vendita di tali tronchi e il flusso di denaro scaturito dal taglio di questi alberi, oltre che a riferire sulle modalità di tassazione dei proventi scaturiti dai tronchi.