giovedì 16 settembre 2010

Nuovo partitismo e giovani vecchi. Il bipolarismo rimane il sistema favorito dagli italiani, stanchi della vecchia politica

Il multi partitismo è profondamente radicato in Europa. La stragrande
maggioranza dei Paesi europei è basata su vecchi sistemi partitici, su coalizioni
approssimative, spesso su partiti che nascono e muoiono anche nel
giro di poco tempo, aggregazioni occasionali etc. Questa è la vecchia Europa.
Noi siamo nati e vissuti per lungo tempo attorno a questo sistema,
rispetto al quale le due sole alternative erano rappresentate dal sistema
inglese e dal sistema americano. Quando abbiamo scoperto il bipolarismo,
abbiamo capito l’importanza di avere un’alternanza e quindi ci siamo
innamorati in maniera un po’ astratta di quel sistema. Questo spiega
perché in tutti i grandi sondaggi la maggioranza o anche la grande maggioranza
dei cittadini ha risposto in favore non solo del bipolarismo (che
qui non viene nemmeno richiesto, perché altrimenti avrebbe avuto una
maggioranza molto più ampia, rispetto al bipartitismo). La grande maggioranza
degli italiani ha sempre capito che bisognava orientarsi verso il
sistema dell’alternanza e, d’istinto, ha capito che il bipolarismo ed il bipartitismo
erano il modo per arrivarci. Questo spiega il favore dell’opinione
pubblica, soprattutto da Tangentopoli in poi. Naturalmente la vecchia
classe politica italiana - e in parte anche quella nuova, per esempio la
Lega - è rimasta figlia di questa impostazione antica e cerca di riprodurre
i vecchi sistemi precedenti. Quindi ha cominciato fin dall’inizio a denigrare
la Seconda Repubblica, dicendo che si trattava in larga parte di una
politica incapace, di gente impreparata, ignorante in confronto a quella
precedente che sarebbe stata di grande classe. Di conseguenza c’è stato
un contrasto tra l’opinione pubblica (che ha capito il suo interesse per
un’alternanza di governo) e la vecchia classe politica, che può essere anagraficamente giovane come Casini il quale ne è il simbolo, che invece
continuava a proporre il vecchio partitismo. Questa classe politica ha
mantenuto sostanzialmente le redini del potere ed ha continuato a logorare
il concetto di bipolarismo e di bipartitismo dicendo che l’Italia non è
pronta, non è matura, che gli italiani discendono dai Guelfi e dai Ghibellini,
ed ha fatto in modo che la gente si stancasse. In più il bipolarismo
all’italiana (ed anche il bipartitismo comunque) hanno fatto in modo di
creare una situazione di conflitto e di insulto reciproco che ha stancato
molti italiani. In queste condizioni sembrerebbe normale che gli italiani
stufi di queste cose riflettano sul concetto che si stava meglio quando si
stava peggio e sull’opportunità di tornare alla Prima Repubblica, nella
convinzione che non cambierà mai niente, ed è inutile sperare nelle primarie,
nell’alternanza, nel governo ombra. Quindi sembrerebbe logico e
normale che gli italiani ad un certo punto si fossero disinteressati del problema.
Nonostante questo grande logoramento, la maggioranza assoluta dei nostri connazionali
vuole non solo il bipolarismo, ma anche il bipartitismo. Quindi le
preferenze degli elettori vanno proprio in direzione opposta a quella della
politica attuale, compresa quella di Berlusconi che ha fatto una riforma
elettorale favorevole al multipartitismo, sia pure con il premio di maggioranza.
L’opinione pubblica è stanca di quello che ha visto fino ad ora, ma rimane in maggioranza assoluta favorevole al bipartitismo.