
In Provincia di Siena, a causa di politiche di lungo corso storico che hanno impedito benevoli processi di discontinuità, la centralità della persona a livello istituzionale è stata sostituita dalla centralità della classe o del partito.
Ciò ha favorito il radicamento dell’autoreferenzialità, fenomeno che tipicamente si presenta in assenza di processi di alternanza.
Nelle istituzioni locali di questa provincia sono largamente diffuse molte autoreferenzialità, le quali negano all’individuo di essere il fine ultimo di ogni azione di governo e, arrivo a dire, in certi casi dell’azione umana; laddove la conduzione a compimento del processo istituzionale presuppone scelte personali.
Queste autoreferenzialità sono la causa di molte situazioni di anormalità e in generale, considerando il momento di crisi economica che sta investendo pesantemente anche il territorio della Provincia di Siena, è causa del rapido indebolimento del tessuto sociale, cui stiamo assistendo. Ciò è preoccupante.
Sarebbe opportuno che questo Consiglio Provinciale e in generale le Istituzioni economiche ed amministrative presenti sul territorio, considerino il nostro partito, il Popolo delle Libertà, una risorsa e non il nemico che fa gioco a chi cerca all’esterno elementi utili alla coesione politica interna.
Per il Pdl la persona è al centro dell’azione di governo e, in tal senso, la risorsa che rappresenta è che esso costituisce un movimento conservatore dei valori della tradizione e allo stesso tempo promuove la modernizzazione degli strumenti necessari ad attuare queste politiche di apertura e sviluppo sociale.
In quest’epoca di crisi la dimensione etica dell’economia e della finanza non è qualcosa di accessorio e di formale, ma è essenziale.
Siamo testimoni di problematiche del tutto nuove che non è possibile risolvere con vecchi metodi. E soprattutto è evidente che nessuna strategia, da sola, potrà mai bastare a generare una soluzione radicale e definitiva ai problemi che questa crisi ci presenta.
In un momento come questo bisogna evitare il più possibile politiche che concentrano attenzioni e vantaggi per determinati gruppi elitari, perché inevitabilmente ciò andrebbe a scapito delle fasce sociali più deboli.
Bisogna puntare alla priorità del lavoro e del “soggetto del lavoro”, quale unica prospettiva praticabile per il rilancio dello sviluppo.
La gente viene prima di ogni cosa e affinché ciò non rappresenti una mera espressione demagogica bisogna avere la forza di affermare che le persone hanno priorità rispetto allo Stato e al Mercato.
Per questo la valorizzazione della soggettività personale e comunitaria vengono prima di ogni altra cosa.
Persone e comunità sono infatti portatrici di bisogni, ma anche di risorse concrete, individuali e comunitarie.
Chiudo con una riflessione su quest’ultimo passaggio: là dove, come in Francia, si è sviluppata una più adeguata politica familiare la caduta del Pil è stata più contenuta.