mercoledì 25 luglio 2012

LA CRISI COLPISCE PESANTEMENTE LE FAMIGLIE

La Campania, la Sicilia e la Calabria registrano al loro interno una disuguaglianza sociale molto più forte rispetto a quella all’interno della Lombardia. vivere in queste tre regioni rappresenta quindi un elemento aggiuntivo di difficoltà economica. In Italia l’undici percento delle famiglie vive al di sotto della soglia di povertà relativa, pari a uno stipendio mensile di mille euro per due componenti. Ciò è quanto emerge dal rapporto Istat per il 2011, secondo cui una persona su 20, vale a dire il 5,2% degli italiani, vive nella povertà assoluta. I tre quarti delle famiglie indigenti risiede nel Mezzogiorno, dove l’incidenza della povertà relativa tra chi non ha un lavoro o una pensione passa dal 44,7% del 2010 al 60,7% del 2011. Le misure di povertà relativa e in misura minore quelle di povertà assoluta rispecchiano implicitamente le disuguaglianza esistenti nel nostro Paese. Con la crisi la situazione complessiva in Italia, in termini di crescita del Pil pro capite, è diventata più pesante. I dati sulla povertà descrivono quindi la condizione di un Paese che negli ultimi due o tre anni ha peggiorato la sua condizione economica, e si tratta di un peggioramento generalizzato. La situazione deve fare riflettere. Siamo di fronte ad una povertà che nasce in primo luogo dalla mancanza di lavoro. Ed in secondo luogo dalla condizione di immobilismo generale che c'è in Italia. C'è bisogno di coraggio. Di un'agenda che contenga gerarchie di intervento. In primis meritano una forte attenzione le famiglie con figli, tra le quali la percentuale di casi in indigenza aumenta in modo costante al crescere del numero di figli. In secondo luogo, le persone che vivono da sole, soprattutto se in età più avanzata, tra le quali inizia a farsi spazio una maggiore povertà. Il nostro sistema di sicurezza sociale non è ancora robusto quanto basta per bilanciare le difficoltà economiche in momenti di crisi o forte crisi come quello che stiamo attraversando ormai da quattro o cinque anni. Ad aggravare la situazione di disuguaglianza vi è anche l'economia sommersa. Ed infatti la Campania, la Sicilia e la Calabria registrano al loro interno una disuguaglianza molto più forte rispetto a quella all’interno della Lombardia. Ciò significa che vivere in queste tre regioni rappresenta quindi un elemento aggiuntivo di difficoltà economica. Infatti non si deve dimenticare che la libertà d’impresa al Mezzogiorno è molto più difficile da esercitare, a causa della presenza della criminalità organizzata. La mancanza di certezza delle regole, dei diritti di proprietà e delle istituzioni che garantiscono lo sviluppo, al sud sono molto più marcate. Dal confronto con i paesi dell'Unione ne usciamo con le ossa rotte. In Germania il governo eroga alle famiglie un assegno da 300 euro per ogni figlio, pari in media a 900 euro di aiuti per ciascun nucleo familiare. Si tratta di somme considerevoli, basti pensare che i bambini tedeschi sono in totale circa 8 milioni. Anche l’Italia avrebbe potuto fare altrettanto, il governo Dini ha però deciso di finanziare la riforma delle pensioni stornando il forte avanzo che allora esisteva relativo alla cassa degli assegni familiari. L'attuale situazione è destinata a peggiorare. Le previsioni per il Pil sono di una diminuzione del 2% nel 2012 e il sistema di protezione sociale in Italia continua a essere carente. Le misure a favore delle famiglie in Italia sono inferiori di due punti rispetto a Germania e Francia, cioè 30 miliardi di euro in meno destinati ai nuclei familiari nel nostro Paese.