lunedì 18 giugno 2012

Camera. Da Pannella ai giorni nostri: quando la cannabis irrompe nel Palazzo

Oggi la semina della Bernardini (nella foto con Pannella), nell’89 le spinellate di massa di Dp davanti al Senato. Nel mezzo, l’arresto di Pannella per spaccio a Porta Portese e l’autodenuncia del deputato no global sulla coltivazione di marijuana nelle fioriere di Montecitorio Roma. C’e’ un precedente “eccellente” nel gesto di disobbedienza civile con cui a Montecitorio, durante una conferenza stampa per chiedere l’uso terapeutico della cannabis, la deputata radicale Rita Bernardini ha piantato semi di marijuana in tre piccoli vasetti. In tempi recenti la Camera era infatti gia’ stata teatro di un’azione simile, annunciata (ma poi smentita) da Francesco Caruso, il leader dei no-global napoletani eletto nel 2006 come indipendente nelle fila di Rifondazione comunista. “Ho scelto di portare anche in Parlamento la battaglia per il diritto all’autocoltivazione – disse il deputato pochi mesi dopo il suo ingresso a Montecitorio nel corso di una seduta sulla legge Finanziaria -. Ho seminato alcuni semi di marijuana nelle fioriere della cortile della Camera dei deputati e sono in questi giorni gia’ sbocciati i primi germogli”. Parole che scatenarono la prevedibile reazione del centrodestra, che nei giorni precedenti aveva gia’ criticato duramente il decreto dell’allora ministro della Salute Livia Turco che raddoppiava il quantitativo di cannabis per uso personale. Risultato: seduta sospesa, deputati dell’Unione irritati, lo stesso Caruso “blindato” e costretto dal partito a restare all’interno dell’Aula durante la pausa dei lavori per evitargli il contatto coi giornalisti. Infine la smentita del parlamentare: “Non ho mai piantato alcun seme di marijuana nelle aiuole di Montecitorio. La mia dichiarazione e’ stata solo una provocazione per rilanciare la mobilitazione del prossimo 25 novembre (la Million marijuana march, ndr)”. Ma ben prima ancora di Caruso, le cronache degli anni Novanta sono piene di episodi che vedono i radicali protagonisti di azioni eclatanti a favore della liberalizzazione della cannabis. Avendo come unico orizzonte – prima della “svolta” per l’uso terapeutico, avvenuta una decina d’anni fa – il mero antiproibizionismo. Apice di questa mobilitazione fu la distribuzione di hashish, messa in atto una torrida domenica nell’estate 1995 da Marco Pannella. Location: piazza Ippolito Nievo, uno degli ingressi del mercato cittadino di Porta Portese. Con Pannella, vari nomi celebri: l’allora deputato Paolo Vigevano, l’ex parlamentare Mimmo Pinto, la stessa Rita Bernardini, Vittorio Pezzuto (fino a pochi mesi fa portavoce del ministro Renato Brunetta) e Benedetto Della Vedova, oggi capogruppo di Fli a Montecitorio. Il leader radicale, fermato e accompagnato in Questura assieme agli altri militanti del “movimento dei club Pannella-riformatori”, fu condannato a quattro mesi di reclusione, poi riconvertiti in 8 mesi di liberta’ vigilata. A novembre stessa identica scena a piazza Navona, con la distribuzione di bustine con dosi di hascisc lanciate nel corso di un comizio. Nel ’97 i radicali ripeterono l’azione a Milano (in piazza della Scala) e a Roma (stavolta in via del Corso). In tempi piu’ recenti e’ stato Marco Cappato a cercare di portare questa forma di protesta all’estero. L’ex europarlamentare radicale si fece infatti arrestare a Londra nel 2001 e nel 2003 per possesso di marijuana durante un’azione di disobbedienza civile. Ma in entrambi i casi venne rilasciato il giorno seguente. Eppure il primo partito a portare il tema della cannabis a Palazzo fu Democrazia proletaria: nel 1989 il governo Andreotti varo’ la legge Iervolino-Craxi sul consumo e lo spaccio di stupefacenti e per protesta Dp organizzo’ decine “spinellate di massa” prima davanti al Senato, mentre si discuteva il ddl, e poi in tutta Italia. Il Velino