venerdì 11 novembre 2011

"Governo Monti". La spaccatura nel Pdl. Cosa dicono Formigoni, Lupi, Lega, Cdo, Ferrara, Rotondi, Giovanardi. Aggiornamenti

Si va verso un governo guidato dall'ex commissario europeo retto dall'alleanza Pdl-Pd-Terzo Polo. Fuori Lega e Idv. Pdl e Pd riusciranno a contenere le spinte centrifughe? Berlusconi: «Devo tutelare l'Italia». Alfano: «Voto, ma decida Napolitano». Formigoni: «Governo a tempo». Bersani: «Idv va per funghi». La Cdo: «No elezioni anticipate». Montezemolo: sì a Monti. Manifestazione pro voto di Ferrara. Vendola e Cgil per la patrimoniale. Monti: «Più crescita». Osservatore Romano elogia Napolitano. Stasera Formigoni a Porta a Porta. Cosa hanno detto Fini, Alfano, Bersani, Casini alla presentazione del libro di Lupi. Monti al Quirinale


Giornata intensa sul fronte politico. Si va verso un governo Monti retto dall'alleanza Pdl-Pd-Terzo Polo. Fuori Lega e Idv. La condizione perché lo scenario si avveri è che i due grandi partiti (Pdl e Pd) riescano a contenere le spinte centrifughe rispetto a questo progetto (Giorgio Napolitano lo ha detto chiaramente: Monti deve essere sostenuto da una compagine larga e forte).
Nel Pdl la situazione è agitata. Silvio Berlusconi, che ha dichiarato di preferire le elezioni, si è però anche detto consapevole di non avere alternative ai desideri espressi dal Quirinale (e in queste ore sta, sostanzialmente, trattando sui nomi Pdl da far entrare nel prossimo governo). Ma l'area di An (Matteoli - La Russa - Meloni) e una fetta di Pdl (Sacconi - Brunetta - Romani) non ci sta e spinge per le elezioni. Per un nuovo esecutivo: Frattini, Bondi, Lupi, Scajola, Cicchitto, Formigoni, Quagliariello.

Il Terzo Polo è compatto su Monti.
Nel Pd ci sono due problemi. Uno evidente: in questo schema va a ramengo il patto di Vasto (con Idv e Sel), l'altro ancora seminascosto: un governo Monti dovrebbe fare quelle riforme (pensioni, lavoro) indigeribili al mondo gravitante intorno alla Cgil (la quale con un comunicato ha chiesto un governo di "emergenza" che ci porti al voto. La Cgil ha anche ribadito l'urgenza di una patrimoniale e dello sciopero generale del 3 dicembre) e a Vendola (che dice sì a governo Monti a patto sia "a tempo" e vari la patrimoniale).
Cdo, Cisl e Acli per il governo Monti e contro le elezioni anticipate. Luca Cordero di Montezemolo plaude a un governo presieduto da Monti.

BERLUSCONI: L'ITALIA PRIMA DI TUTTO
Silvio Berlusconi: "Decido dopo aver ascoltato tutti gli alleati di questi anni". Così ha detto il premier. Con lui in riunione lo stato maggiore del Pdl.
Al termine dell'incontro, Alfano ha dichiarato: «Per noi resta voto, ma decida Napolitano». Sulle diverse posizioni nel partito il segretario ha rimandato. «Riuniremo ancora una volta l'ufficio di presidenza per prendere le decisioni definitive quando le consultazioni saranno terminate», poi «troveremo sintesi».
Filtrano, intanto le prime indiscrezioni sul vertice in cui pare che il ragionamento del premier sia stato questo: «Sono aperto ai vostri suggerimenti, considerate però che io devo tutelare gli interessi del Paese, l'Italia viene prima di tutto».

GOVERNO CHI CI SARA'? I DUE LETTA
Circolano voci di tutti i tipi. Secondo fonti raccolte dall'Agendaparl l'incarico a Monti potrebbe essere conferito domenica sera. Nell'esecutivo i due Letta (Enrico e Gianni). altri nomi che girano nei palazzi della politica sono quelli di Frattini, Saccomanni, Nitto Palma (alla giustizia). Girano anche i nomi di Fitto e Lupi.

INCONTRO LUPI, BERSANI, ALFANO, CASINI, FINI
È terminata la presentazione del libro di Maurizio Lupi “La prima politica è vivere” presso la Nuova Aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari, con Gianfranco Fini, Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani, Pier Ferdinando Casini. Moderatore Giovanni Floris.
Lupi: Il Pdl sosterrà il governo Monti? Lupi risponde ecumenico alla domanda di Giovanni Floris: «Le vie del signore sono infinite. Ci illuminerà il Signore». Conclude citando Alexis Carrel: «Molto ragionamento e poca osservazione conducono all'errore. Poco ragionamento e molta osservazione conducono alla verità. In politica come nella vita ci vuole realismo».
Alfano: «Nel ddl stabilità sono contenuti "almeno la metà" degli impegni indicati nella lettera alla Ue. Oggi viviamo un momento delicato, credo che ciascun partito sia chiamato ad un'assunzione di responsabilità importante. Oggi si discute se il bene comune viene prima di una parte: se il presidente del Consiglio l'avesse pensata diversamente non avrebbe presentato il maxiemendamento alla legge di stabilità, caricandosi il costo politico-elettorale, e si sarebbe dimesso la sera, dopo che abbiamo avuto in aula 308 voti».
Bersani: «Siamo preoccupatissimi, ma non facciamo business per questo verso. C'è la crisi, c'è l'Italia, abbiamo un Presidente della Repubblica. Lo ascolteremo e siamo sicuri che da lì arriverà una risposta forte all'emergenza: noi non ci sottrarremo a quell'appello». E poi, rivolto ai cronisti: «Vi pare che io possa passare le ore a fare il totoministri in un momento come questo? Questa descrizione politica è un dramma. Siamo un paese che rischia di essere trattato come la Grecia e non lo siamo. Tutti ci immaginiamo che ci possa essere un colpo di reni, se no non ne usciamo».
Casini: «Siamo a un passo dal baratro. Ci dobbiamo fermare e dobbiamo far prevalere gli elementi di unione. Poi ciascuno sarà libero di tornare dov'era precedentemente, di dire se è per il bipolarismo o meno... tutto questo fa parte di una situazione di normalità. Ma noi oggi non siamo in una situazione di normalità». «Berlusconi è stato un grande alibi per tutti, un grande manto che ha consentito anche all'opposizione di non doversi misurare con la drammaticità delle rispettive posizioni per quello che sono. La caduta di questo governo porterà tutti a fare i conti con se stessi. I governi passano ma i problemi restano e hanno radici antiche, che non risalgono solo agli ultimi quattro anni».
Fini: «Il prossimo esecutivo sarà politico. In una democrazia parlamentare i governi nascono solo in Parlamento (anche se può accadere che muoiano fuori) tutto potrà essere nuovo governo, ma sarà sempre e comunque un governo politico. Non esistono governi che non abbiano connotazione di carattere politico». Fini ha poi espresso una forte stima per Lupi: «Maurizio è un uomo che tende più a gettare un ponte che a scavare un fosso, che ha una concezione della politica che tende più ad avvicinare che ad allontanare».

FORMIGONI: GOVERNO A TEMPO
Roberto Formigoni pensa che la soluzione sia un governo di larghe intese guidato da Mario Monti. «È una linea imposta dai fatti. Con una speculazione internazionale all'attacco, abbiamo il dovere di salvare il Paese. Due mesi di campagna elettorale in questa fase, metterebbero l'Italia in ginocchio, non possiamo permetterlo». Per il presidente della regione Lombardia «la scelta migliore è quella di un "governo a tempo", con una convergenza della forze politiche più responsabili di maggioranza e opposizione, un programma economico molto preciso per mettere in pratica quei provvedimenti che servono a salvare l'economia italiana. Il presidente Napolitano farà la sue consultazioni, i partiti faranno le loro proposte e lo stesso Berlusconi credo si avvarrà della facoltà di fare uno-due-tre nomi. È chiaro che abbiamo bisogno di una personalità nota, autorevole e capace di unire le forze politiche». Ma l'opzione-Monti non piace a tutto il Pdl. Per Formigoni «il Pdl sta discutendo e si sta confrontando come un vero partito e alla fine, sono convinto, prevarrà la visione maggioritaria. Sarà Berlusconi a tirare le somme e fare la sintesi. Sono sicuro che l'unità del Pdl verrà salvaguardata e che il partito prenderà le decisioni giuste». Roberto Formigoni parteciperà questa sera a Porta a Porta.

BERSANI: L'IDV NON PUO' ANDARE PER FUNGHI
Attribuita a Bersani da alcuni presenti la seguente frase, detta durante una riunione del Pd ieri sera: «Non è che uno può andar per funghi durante il governo tecnico e poi tornare per la campagna elettorale». Bersani intendeva riferirsi a Di Pietro e all'Idv. Tutto il Pd sarebbe per l'appoggio a Monti, anche D'Alema che, però, ha spiegato essere necessario un coinvolgimento anche del Pdl.

FARINA: LA LEGA HA LA SCUSA PER MOLLARE IL CAV
«La Lega? Mi sono sembrati quasi contenti, un buon pretesto per mollare Berlusconi, non per astio verso di lui, ma per calcolo politico futuro». ECosì Renato Farina (Pdl) a Daw-blog.com: «Ora ci sarà un governo di emergenza nazionale, o meglio governo Napolitano, senza usare questa espressione come denigratoria. Bersani voleva le elezioni, perché il treno per lui passava ora, e forse non lo prenderà più con destinazione Palazzo Chigi. Dunque sarà un governo Pdl-Pd-Udc con l'inserimento di tecnici. In fondo è esattamente quello che ci è stato imposto dalla Unione Europea, insieme al veto di fare le elezioni. Non e' stato detto espressamente ma quasi». Su Berlusconi, Farina osserva che «il premier ha reagito con una fortissima delusione personale verso chi lo ha abbandonato e nemmeno glielo ha voluto dire di persona. Poi ha avuto un eccezionale colpo di reni».

CALDEROLI: GOVERNO BANDA BASSOTTI
«Se fossero vere le indiscrezioni rispetto alla possibile composizione e agli eventuali sostenitori del futuro Governo di cui tanto si sta parlando allora saremmo di fronte ad un Esecutivo politico e non certamente tecnico, un Esecutivo di evidente connotazione ribaltonistica, che cancellerebbe in un colpo il bipolarismo, la politica e la democrazia che, con la scusa del bene del Paese e della tutela dei conti pubblici, si vogliono sostituire con i poteri della finanza, quegli stessi poteri che hanno rovinato le famiglie, le imprese e gli stessi conti pubblici. Ma la Lega Nord combatterà la futura "Banda Bassotti" e farà un'opposizione durissima».

L'OSSERVATORE ELOGIA NAPOLITANO
L'Osservatore Romano in edicola elogia l'equilibrio e la sapienza esemplari di Giorgio Napolitano nel nominare Mario Monti senatore a vita.

CDO: NO ELEZIONI
«L'Italia ha urgentemente bisogno di un Governo basato su un ampio consenso delle forze politiche, che si assuma la piena responsabilità di fare le riforme indispensabili per il futuro del Paese». Così si è espresso in una nota il presidente di Compagnia delle Opere, Bernhard Scholz. «Andare alle elezioni in questo momento sarebbe un ulteriore indebolimento del Paese e avrebbe il solo effetto di aumentare la litigiosità partitica, che è una delle cause della crisi attuale. Ognuno è chiamato dare il proprio contributo per affrontare l'emergenza politica, economica e morale che stiamo attraversando».

CATTOLICI: GOVERNO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE
Il Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione Cattolica del mondo del lavoro (Cisl, Confartigianato, Confcooperative, Mcl, Cdo, Coldiretti, Acli) che ha organizzato il Seminario di Todi dell'ottobre scorso ha emanato un comunicato in cui si legge: «Questo è il momento della verità e di vedere quali rappresentanze politiche sono effettivamente in grado di parlare chiaro alla Nazione, di avviare un serio programma di risanamento e di ricostruire la credibilità del nostro Paese a livello internazionale. Il Paese ha bisogno di riconquistare la sua credibilità fortemente compromessa sui mercati in Europa e nel mondo. Operazione che non può passare attraverso le elezioni anticipate ma dal sostegno convinto ad un governo di responsabilità nazionale che si faccia carico delle drammatiche emergenze del Paese». Il Forum richiama la necessità di tagliare drasticamente anche i costi della politica, e di riformare la legge elettorale, per ridare ai cittadini il potere di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento. «La nostra alleanza sociale – conclude la nota del Forum ‐ sosterrà con responsabilità, e dialogo costante, le forze politiche che si renderanno disponibili a sacrificare gli interessi di parte per sostenere ogni sforzo necessario per favorire la ripresa economico‐sociale del nostro Paese».

MONTI: MOLTO LAVORO DA FARE

«Abbiamo un lavoro enorme da fare», così avrebbe detto, secondo il Financial Times, Mario Monti, nel corso di una conferenza a Berlino. «L'Italia è al centro dell'Europa, politicamente e storicamente», il paese «non può ignorare le sue responsabilità come paese fondatore dell'Ue». Monti ha anche aggiunto di voler vedere «una Germania anche migliore di quella di oggi, nel senso di maggiore rigore, maggiore coerenza nel tempo, che pensasse di più sul lungo termine e che fosse più paziente». Monti ha difeso l'euro («se l'Italia non vi avesse aderito avremmo già ora una storia di 12 anni di più inflazione, politiche meno disciplinate, e meno rispetto per le generazioni future. Saremmo irrilevanti»). Monti e spiegato che «non c'è molta divergenza intellettuale su quanto deve essere fatto», semplicemente serve «più crescita». Crescita che deve avvenire «non attraverso altri prestiti, ma la rimozione degli impedimenti alla crescita». «La crescita – ha detto – ha bisogno di riforme strutturali nella forma della cancellazione dei privilegi e rendite».

FERRARA: MONTI E' SOLO UN'IPOTESI
«Al voto al voto! Il Governo Monti è solo un'ipotesi». Lo dice Giuliano Ferrara, direttore del Foglio. «C'è una confusione orchestrata intorno al governo Monti. Se avete ascoltato le dichiarazioni del segretario del Pdl, Angelino Alfano, al termine del vertice di Palazzo Grazioli, il governo Monti è una possibilità, è una probabile investitura del capo dello stato, è un giro di consultazioni al termine del quale il partito di maggioranza di questo paese, la maggioranza eletta dalle urne, farà sapere se è possibile aderire a questo governo o se è meglio andare al voto. L'ineluttabilità del governo Monti è rinviata a un successivo giudizio, questo ha detto Alfano con una bella prova di senso delle istituzioni».

MANIFESTAZIONE PRO VOTO PROMOSSA DAL FOGLIO
Il sito del Foglio annuncia: «Sabato tutti a Milano con Ferrara, Feltri e Sallusti per la manifestazione: "Votare subito, nell'interesse del paese. La Tecnoburocrazia al potere? No, grazie"». L'appuntamento è dunque sabato 12 novembre alle ore 10 al teatro Manzoni di Milano.

SACCONI: NO AI TECNOCRATI
Maurizio Sacconi: «Un Governo partecipato e sostenuto dalla sinistra rappresenterebbe solo l'illusione di una maggiore stabilità politica ed economica perché rivelerebbe presto la propria incapacità di garantire coesione alla nazione attraverso valori condivisi e dinamismo produttivo. La stessa guida di un tecnocrate finirebbe presto con l'evidenziare la sua distanza dalla prevalente dimensione popolare della nostra società per soddisfare solo elite che non hanno mai saputo farsi classe dirigente. Per non dire di quei valori fondamentali della tradizione nazionale - come la vita e la famiglia - cui era stata data una doverosa dimensione pubblica perché sono alla base di ogni questione sociale, che verrebbero quantomeno cancellati dall'agenda del Governo e del Parlamento».

MONTEZEMOLO: MONTI UNICA SOLUZIONE
Luca Cordero di Montezemolo: «La possibile costituzione di un Governo presieduto dal professor Monti e appoggiato da un ampio arco di forze politiche in Parlamento, sarebbe l'unica soluzione in grado di portar fuori l'Italia dal precipizio e costruire le premesse per il rilancio del Paese. Il fatto che gli esponenti più responsabili dei partiti abbiano dichiarato di essere pronti a sostenerlo è, finalmente, un segnale importante e positivo da parte della politica».

LEGA: NO A MONTI, NOI ALL'OPPOSIZIONE
Lo avrebbe ribadito Umberto Bossi a Giulio Tremonti in un incontro questa mattinata a Montecitorio.
Roberto Maroni: «Sul piano personale ho grande stima personale per Monti anche perché è di Varese. La posizione della Lega e mia personale è chiara: noi pensiamo che la decisione su chi governa debba essere lasciata ai cittadini. Se la coalizione uscita dalle elezioni del 2008 non è più in grado di governare si deve tornare rapidamente alle urne. Nel caso che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, decida di dare l'incarico a chi non è espressione della maggioranza uscita dalle elezioni, la Lega non entrerà e non sosterrà il governo, ma passerà
Per Maroni l'Italia potrebbe sostenere il peso di una campagna elettorale. Nel corso di una conferenza stampa tenuta al Viminale ha spiegato il suo pensiero: "Si potrebbe fare una campagna elettorale molto breve: si sciolgono le Camere e si va al voto dopo 45 giorni, con un programma di risanamento che abbia il sostegno dei cittadini», che verrebbe invece a mancare nel caso in cui si formasse un esecutivo tecnico. «Si deve andare alle urne perché il popolo sovrano possa decidere cosa si deve fare». Poi, in «45-70» giorni potrebbero nascere un nuovo governo. Maroni ha poi confermato che «La Lega voterà a favore del maxi emendamento alla legge di stabilità, che sarà l'ultimo atto di questo governo e di questa Maggioranza».

FRATTINI: NO ALLA CAMPAGNA ELETTORALE
Franco Frattini ha detto all'Ansa: «Sarei prudente nell'invocare un ricorso immediato alle urne, precipitando il Paese in tre mesi di campagna elettorale con lo spread che vola e il nostro indebitamento che sale».

VENDOLA: ELEZIONI SUBITO
Un documento di Sel-Vendola esprime la posizione del partito: elezioni subito. «Se il ventennio fascista condusse nel baratro della guerra il Paese, il quasi ventennio del populismo berlusconiano ha prodotto macerie economiche e sociali che ci hanno condotto al disastroso rischio di default attuale. Bisogna mettere la parola fine al dominio politico di Berlusconi, ma bisogna immediatamente guardarsi dalle insidie del berlusconismo». «Ogni esperienza anche quelle che intendono fronteggiare in buona fede l'evidente emergenza economico finanziaria, non possono sopportare l'ipoteca berlusconiana. Il rischio che un governo di emergenza diventi l'ancora di salvataggio del regime precedente è in campo, nonostante l'autorevolezza della figura di Mario Monti, prolungando una fase di incertezza che sarebbe dannosa per la nostra fragilissima finanza pubblica e per l'intera situazione economica del paese». «Siamo tuttavia convinti che per affrontare i prossimi anni sia necessario chiedere ai cittadini di scegliere su quali opzioni fondare un nuovo governo, condividendo gli oneri di una fase così drammatica per il paese. Per questo riteniamo che siano necessarie elezioni presto, per dare una prospettiva piú certa e legittimata».

LA SINISTRA E' SPACCATA
«Ci sono già le prime avvisaglie che neppure Mario Monti andrebbe bene alla sinistra. Nel Pd non tutti lo vogliono, a Di Pietro non va affatto a genio e Vendola si oppone a misure drastiche, che tuttavia l'Europa ritiene imprescindibili. Ma rimosso il problema Berlusconi, non doveva andare tutto liscio come l'olio?». Se lo è chiesto Antonio Leone (PdL) vicepresidente della Camera, intervenendo alla trasmissione Agorà su Rai3.

ALEMANNO: NO VOTO
Gianni Alemanno: «Il voto anticipato in questo momento creerebbe un grande problema per la nostra nazione».

AMATO: SCELTA MONTI ALTAMENTE POSITIVA
«L'ex presidente del Consiglio Giuliano Amato giudica "altamente positiva" un'eventuale nomina di Mario Monti a capo dell'esecutivo che sarà incaricato dopo le dimissioni dell'attuale premier Silvio Berlusconi, "e basta questo", ha aggiunto» (Ansa).

MATTEOLI: VOGLIAMO VOTARE
Altero Matteoli: «Le elezioni anticipate sono l'unica soluzione per superare la crisi di governo che si è aperta. Soltanto un governo eletto dai cittadini potra' affrontare la crisi finanziaria ed economica». «È falso dire che a favore delle elezioni anticipate nel Pdl siano solo gli ex di An: la pensano invece allo stesso modo personalità come Sacconi, Brunetta, Romani, Gelmini, Rotondi

BONANNI: BENE MONTI
Raffaele Bonanni (Cisl): «Credo che la scelta del Presidente della Repubblica Napolitano di un nuovo governo in tempi brevissimi sia stata una soluzione davvero importante che ha realizzato simbolicamente una cesura con la drammaticità dei giorni precedenti, una situazione che sembrava senza via di uscita. La nomina del Professor Monti a senatore a vita, apre la strada ad un suo incarico da Presidente del Consiglio che noi, in verità, auspichiamo da diverso tempo, avendo chiesto, come Cisl, un governo di larghe intese, presieduto da una personalità riconosciuta dai mercati, dall'Europa e da tutti coloro che ci chiedono quali garanzie siamo in grado di fornire per rientrare da una situazione davvero disastrosa per i nostri conti».

OLIVERO (ACLI): GOVERNO DI LARGHE INTESE
«Un governo di larghe intese, guidato da Monti, figura libera e autorevole, corrisponde alla richiesta di cambiamento emersa anche dall'ultimo incontro di Todi fra le associazioni cattoliche». È quanto dice ai microfoni della Radio Vaticana il presidente delle Acli, Andrea Olivero.

ROTONDI: NON VOTO MONTI
Gianfranco Rotondi: «Se passa la linea del governo Monti rimetto il mio mandato e mi dimetto da deputato. Altri lo voteranno al mio posto».

DI PIETRO: NOI MAI CON BERLUSCONI
Antonio Di Pietro: «Noi dell'Idv non possiamo accettare di sederci al fianco di Berlusconi. Noi vogliamo invece che si vada al più presto a elezioni per ridare al paese un governo politico capace di ridare stabilità e credibilità alle istituzioni».

FINOCCHIARO: DI PIETRO SBAGLIA
Di Pietro ha detto che non sosterrà questo governo. Cosa ne pensa? «A mio parere in questa difficile situazione del Paese sottrarsi a questa responsabilità è un errore», ha risposto Anna Finocchiaro.

FERRERO: MONTI AGGRAVERA' LA CRISI
Paolo Ferrero (Rifondazione) «Di Pietro ha completamente ragione. Il governo Monti contribuirà solo da avvicinarci un po' di più alla Grecia, aggravando la crisi, distruggendo la sovranità del paese e privatizzando tutto il privatizzabile».

MANTOVANO: NON SOSPETTATE LA POLITICA
Alfredo Mantovano: (Adnkronos): «Fra i sostenitori delle elezioni anticipate come opzione obbligata e i sostenitori delle larghe intese come via alternativa altrettanto obbligata viene da chiedersi se non esista nessuna ipotesi differente e se non è ipotizzabile qualche cautela». È il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano a rilevare in una nota che «i mercati, la finanza, i rappresentanti del mondo dell'economia votano per una guida tecnica, immaginando che offra garanzia di misure ancora più rigorose; ma questo non vuol dire necessariamente che ministro dell'istruzione debba essere un preside di facoltà o che ministro per i beni culturali debba essere un sovrintendente artistico». «Non vuol dire, cioè - prosegue Mantovano - che approcci c.d. tecnici debbano caratterizzare ogni settore di attività istituzionale, oltre a quello economico-finanziario, in nome di un aprioristico sospetto per la politica. Ancora: non e' immaginabile un approccio "tecnico" per la modifica della legge elettorale; poiché la formazione del nuovo governo non potra' dissociarsi da una idea chiara sulla futura disciplina del voto, il centrodestra potrebbe sentirsi garantito negli scenari futuri se si rispetta l'esigenza diffusa di una reale rappresentatività, che superi il Parlamento dei "nominati", e si rispetta anzitutto l'assetto bipolare». «Il che vuol dire - spiega - un impegno chiaro da parte dei leader dei principali partiti - a cominciare da Berlusconi, Bersani, Casini - davanti al Capo dello Stato, teso alla introduzione della preferenza nell'attuale legge elettorale. Ovviamente prima del giuramento del nuovo esecutivo».

GIOVANARDI: DISAGIO NEL PDL
Carlo Giovanardi a "24 Mattino" su Radio 24: «Ci sono parlamentari che oggi faranno gesti e azioni molto pesanti, che lascio fare a loro, perché ritengono che il governo tecnico sia un colpo di Stato».

LEHNER: NO AL TRITERALISTA MONTI
Giancarlo Lehner: «Come Presidente di Nuova Forza Italia, a nome dei centomila sostenitori dell'associazione, proclamo la nostra totale indisponibilità a tollerare qualsivoglia governo tecnico, tipo quello guidato dal trilateralista Mario Monti, al servizio dei delinquenti alla Madoff, operanti nella City di Londra e in Wall Street. Nuova Forza Italia è pronta a marciare su Roma, pardon, a manifestare davanti a Palazzo Chigi contro qualsivoglia inciucio che mortifichi la sovranità popolare».

CAZZOLA: PDL NON SEGUA LEGA
Giuliano Cazzola: «Bossi sta predisponendo una linea di condotta contraria ad ogni riforma, a soli fini elettorali. Su questa impostazione il Pdl non può seguire il Carroccio. Il governo tecnico-istituzionale porterà avanti, invece, una iniziativa politica in linea con la Ue, molto più scomoda per la sinistra e i sindacati che per il Pdl».

DINI: GOVERNO DI EMERGENZA
Lamberto Dini: «Le elezioni politiche non sono una via percorribile. Vista l'emergenza economica è il momento di un governo di emergenza che metta in sicurezza il Paese».