martedì 7 settembre 2010

Carriera di un uomo qualunque

di Chiara Rizzo

Ne ha fatta di strada il rautiano chae piace a sinistra anche più di Marco Travaglio. Ma la strada del moralismo legalista è piena di inciampi. Ecco quali sono quelli del falco di Futuro e libertà, Fabio Granata

Ricciolo ribelle, Fabio Granata. Non solo per la chioma, ma anche nel carattere. Agli onori della cronaca è balzato in questo 2010 quando ha imbracciato il vessillo dell’antimafia (è vicepresidente della commissione parlamentare), per difendere l’ex sicario di Cosa Nostra Gaspare Spatuzza che, con le dichiarazioni a rate sulle stragi del ’92, si è guadagnato il plauso dei media che contano. Invitato d’onore a Ballarò e ad Annozero, Granata ha uno spazio sul Fatto e la sua rubrica doppia in contatti persino quella di Marco Travaglio. Repubblica l’ha incoronato «legalista rampante, antimafioso di destra che piace a sinistra». Apoteosi per un avvocato che negli anni Ottanta militava nell’ala rautiana dell’Msi: clarks, occhiali a goccia, campi hobbit, Evola, Tolkien e Jünger. Da vicesegretario del Fronte della Gioventù, Granata era fra quelli che inneggiavano con orgoglio «meglio un giorno da Borsellino, che cento da Ciancimino».
Un idealista? Oggi lo definiscono falco. A Siracusa usano una parola diversa. «Un quaquaraquà. Mentalità da assalto. Ma alle ideologie, non ai problemi reali», racconta una memoria storica della città. La provincia è ad alta densità di cosche: «Ma la commissione di cui è vicepresidente non l’abbiamo mai vista». Granata lo ricorda bene un lupo della destra siciliana, Benito Paolone. Tra gli anni Ottanta e i primi Novanta, il sanguigno camerata Paolone crebbe Fabio tra i suoi delfini. A sentirlo nominare oggi, però, s’arrabbia. «Li piglierei tutti a calci in culo quelli lì (di Fli, ndr). Granata ha ecceduto, pure stavolta, come ha sempre fatto».
Quando scoppia Tangentopoli, e tramonta la segreteria Rauti in cui è cresciuto, Granata abbandona il carro dell’Msi, per salire su quello, vincente, di Leoluca Orlando e della Rete. Nel ’94, il ritorno all’ovile di An. Intanto diventa parlamentare all’Assemblea regionale: è all’Ars che si avvicina a Pippo Scalia, referente regionale di Gianfranco Fini. La prova del suo valore politico Granata la dà quando, a partire dal 2001, è nominato assessore regionale ai Beni culturali e, dal 2004, al Turismo e trasporti. Si badi: la giunta è quella di Totò Cuffaro, accusato, oggi, di concorso esterno in associazione mafiosa.
Qualche inciampo è inevitabile. Da assessore alla cultura si dà da fare per far approvare, come dice il suo sito, uno «straordinario piano di recupero monumentale, archeologico e paesaggistico» del siracusano, proprio mentre il suocero avviava ai piedi del Teatro Greco la realizzazione del Tennis Club Match Ball. A causa di una piscina abusiva fu indagata anche la moglie di Granata, ma ora, da quando il Gip l’ha prosciolta e la Cassazione ha confermato, in famiglia sono tutti più sereni.

E ora al posto di Raffaele Lombardo
Granata riforma il settore turistico con una legge approvata dall’Ars il 6 agosto 2005, contro cui, però, subito ricorre il Commissario di Stato per anticostituzionalità, poiché, tra altri pasticci, all’articolo 14 si attribuiscono all’assessore poteri che normalmente sono prerogative dell’intera giunta. L’assessore in questione, Granata, la prende con filosofia. E a settembre fa cancellare gli articoli censurati: spensieratamente. Come dirà il suo successore, Dore Misuraca, la legge Granata «ha generato un vuoto istituzionale, delineando uno scenario confuso». Ai Trasporti Granata viene ricordato per aver riformato il vetusto sistema ferroviario. Quello che oggi viene chiamato “freccia rotta”.
Qualche macchiolina compare anche sulle mani pulite di Granata. Racconta un ex portavoce del deputato di Fli, ai tempi della giunta Cuffaro: «Ero un giornalista precario. Granata mi convocò nel suo ufficio dicendomi: “Ti assumo a una condizione. Ogni mese dovrai fare un versamento al Circolo Archimede”. Circa 150 euro sui 1.648 che percepivo». Granata, oggi, si difende dicendo che era una donazione, consensuale, ad un circolo di An. «Ma quale circolo: io il versamento dovevo farlo al cognato di Granata, Maurizio Reale». Mentre lo dice, l’ex portavoce mostra a Tempi le ricevute dei versamenti eseguiti tra il 2002 e il 2005. E allega anche quelle di Gaetano Bordone, geologo. Quindi rincara: «Granata nominò come consulenti esterni dell’assessorato i suoi cognati Maurizio Reale e Luigi Martines, ingegnere. Senza dimenticare gli appalti concessi alle aziende di amici, in particolare quella dei siracusani Orazio Agosta e Alfio La Ferla».
Cosa c’è di vero? Difficile dirlo. Applicando il “giustizialismo alla Granata”, tanto basterebbe per chiederne “un passo indietro per questioni di opportunità”. Cosa che non si fa qui, anche se quanto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione finisce per alimentare qualche dubbio. Tutto legale per carità. Ma tra le centinaia di ditte ammesse ai finanziamenti regionali del 2006 effettivamente risulta la Eurialo Viaggi, di cui sono presidenti e direttore commerciale proprio Orazio Agosta e Alfio La Ferla. E dal “Programma di finanziamento delle manifestazioni direttamente promosse dall’assessorato”, vidimato da Granata il 12 maggio 2006, risulta al primo posto l’Aretusa Management srl di Siracusa, società facente parte della solita Eurialo Viaggi. L’iniziativa finanziata è denominata “Teatro M. Mussorgskij S. Pietroburgo - Opera Il Faust di Charles Ground”. Scopo è la promozione turistica dell’isola. Nel programma risultano finanziati 117 progetti siracusani, ma solo cento del capoluogo Palermo e solo venticinque di Catania e provincia. Risulta anche beneficiaria di altri finanziamenti regionali per lo sviluppo l’azienda Lucas Engine, di Luigi Martines, cognato di Granata, specializzata nell’eolico. Nel 2005 è tra le ditte ammesse alle agevolazioni per la promozione e sostegno al sistema regionale per la ricerca e l’innovazione, con 60.450 euro di finanziamento. Nel 2006 ne ha ottenuti 363 mila. Dopo l’avventura da assessore, nel 2006, Granata viene nominato vicesindaco di Siracusa. Poi il lancio, nel 2008, nell’agone nazionale. E la consacrazione, nel 2010. Oggi Granata guarda sempre con attenzione alla sua isola e, soprattutto, al governatore Raffaele Lombardo. è a lui che Granata ha indirizzato una lettera aperta: «Caro presidente, rilanciamo un progetto politico lungimirante». Nell’isola da tempo si mormora che “altro che sostegno”, Granata «lavora anche a Roma per prenderne in futuro il posto».