lunedì 9 agosto 2010

Torrita di Siena: Un monumento per Giannino



Storie di quotidiana malaburocrazia

di Fabrizio Camastra

Il 7 luglio scorso La Nazione di Siena ha pubblicato un articolo dove si dava notizia che il Consiglio di Stato ha dato ragione ad un ex dipendente del Comune di Torrita di Siena, mandato forzatamente in pensione anticipata, e condannato l’Amministrazione comunale a risarcire l’ex lavoratore di oltre quattrocentomila euro. Lo stesso articolo riferiva del comunicato unitario diramato dai segretari torritesi del Pd, Psi, Verdi e Sinistra Ecologia e Libertà, con il quale veniva data solidarietà all’Amministrazione comunale per l’onerosa variazione del bilancio necessaria a far fronte al dispositivo giudiziario. Il comunicato dei segretari riportava anche la considerazione che: “Tale cifra sarà sottratta al nostro Comune e quindi ai servizi, ai lavori pubblici, alla manutenzione delle strade. Molti dei lavori in cantiere subiranno un ritardo o addirittura non saranno mai realizzati.” Visto che narriamo di cose dette da dirigenti politici, si potrebbe leggere questa notizia in chiave politica per un contributo alla riflessione su cosa oggi si può considerare di sinistra e cosa di destra. Laddove la sinistra per canone è quell’area politica che si dovrebbe identificare per la difesa a oltranza del lavoro e dove le amministrazioni da essa governate si caratterizzerebbero per politiche di gestione in forma programmata. Mentre la destra si dovrebbe presentare in formazione sussidiaria rispetto alle istanze, poste dalle istituzioni temporali e dalle organizzazioni naturali e spontanee presenti, per mettere in atto politiche tendenti a favorire e garantire le gestioni in forma autonoma. Quindi, volendo analizzare in chiave politica il fatto esposto ci si dovrebbe chiedere innanzitutto che senso ha la solidarietà espressa dai segretari torritesi dei partiti di sinistra rispetto alla loro mission ideale. E soprattutto a cosa dovrebbe servire la loro considerazione, che per risarcire il maltolto all’ex dipendente municipale l’Amministrazione comunale dovrà sacrificare servizi e opere di spettanza alla comunità locale. La risposta politica non c’è. Perché la storia dell’ex lavoratore costretto alla pensione rappresenta un tipico esempio di “mala burocrazia”. Infatti, è fuori discussione che l’ex dipendente municipale dopo venti anni passati per tribunali e studi legali abbia ragione, dal momento che a dirlo è una sentenza del Consiglio di Stato passata in giudicato e un Commissario Prefettizio che ha stabilito i termini perentori del risarcimento dovuto dal Comune. Allora se la risposta politica non c’è è lecito chiedersi a che cosa fanno capo la solidarietà e la considerazione dei dirigenti politici torritesi di sinistra espresse nel comunicato stampa. Molto probabilmente, visto che il Comune è governato dalle sinistre, la solidarietà potrebbe essere letta in chiave di sostegno morale fine a consolidare l’affiliazione identitaria soggettiva. Insomma una intimidazione con i fiocchi. Dove la manifestazione solidale vale a dire che “siamo stati aggrediti e sconfitti e tutti insieme reagiremo”. E la considerazione, che tutto il paese sarà chiamato a fare sacrifici per risarcire l’ex dipendente, rappresenta il primo atto della reazione, che sostanzia nell’isolamento sociale del poveraccio che ha vinto la causa. Di questo passo mi pare proprio che dopo i quattrocentomila euro, il comune tra vent’anni dovrà tirare su, davanti al Municipio, pure un monumento al suo ex dipendente, in ricordo di quanto è stato coraggioso e forte un suo lavoratore mandato ingiustamente in prepensionamento e poi perseguitato. A titolo di risarcimento per il danno morale. Tutta questa storia non è politica, perché la politica è un’altra storia.