
Gli amministratori locali eletti il 6 e 7 giugno sono chiamati a gestire il federalismo fiscale approvato a fine aprile dal Parlamento e pienamente in funzione nei prossimi due anni, quando saranno entrati in vigore i decreti attuativi.
Sostituire i trasferimenti di soldi dal centro alla periferia con una serie di imposte locali, ovvero pagare più tasse a Regione, Provincia e Comune e di meno allo Stato, consente di mettere in moto un meccanismo di “tracciabilità” di ciò che spendiamo per il fisco che va tutto a beneficio delle comunità locali, che potranno chiederne conto ai loro amministratori.
La speranza è che si rafforzi il sentimento d’appartenenza della gente alla loro comunità e che i cittadini abbiano la possibilità di essere protagonisti del loro territorio. Cioè che prenda forma la sussidiarietà orizzontale. Non a caso questa espressione ha trovato addirittura posto nella legge sul federalismo fiscale; infatti, all’art. 2, viene ricordato che la nuova disciplina tributaria locale dovrà “consentire anche una più piena valorizzazione della sussidiarietà orizzontale”.
La leva fiscale, la possibilità cioè di stabilire in modo autonomo il maggiore o minore peso di alcune tasse da parte degli enti locali, sarà decisiva per agevolare alcuni settori produttivi oltre a incoraggiare iniziative no profit, spingere i giovani a intraprendere nuove attività, sostenere le opere di privati che si mettono insieme per dare risposte a problemi che appartengono all’intera collettività. Con questa legge le tasse diventano occasione per una politica attiva, una politica “in favore di” e non un peso che tocca a tutti portare, chi più e chi meno.
Se sarà soddisfatto l’obiettivo della legge di garantire la fiducia ricorrente, cioè dare alla persona la possibilità di credere in se stessa affinché essa possa avere fiducia della comunità in cui vive, allora vi sarà spazio anche per politiche locali nuove, più aperte, meno demagogiche, che potranno dare concretezza all’idea di porre la persona al centro dell’attenzione.
Ad esempio, la nuova legge consentirà ai Comuni di stabilire autonomamente come diversificare le imposte sulle famiglie. Così, se oggi un single paga le stesse tasse di un padre di famiglia, da domani sarà l’amministrazione locale a stabilire chi paga più e chi di meno.
In ogni caso, gli amministratori locali saranno chiamati a rispondere delle loro scelte in misura più diretta e non potranno sottrarsi al principio di responsabilità.