mercoledì 27 giugno 2012

Casini va con Bersani? Fa un piacere al PdL

(di Gianfranco Rotondi)
Il passo avanti di Casini verso un’alleanza tra progressisti e moderati è un aiuto per il PdL, perché intorno a Berlusconi e ad Alfano era tutto un volo di colombe che facevano dipendere il futuro e la vittoria del Popolo della Libertà dalle decisioni di Casini. Ora Casini ha deciso e sta con la sinistra. Da questo momento il futuro del PdL torna a dipendere solo da noi. Io penso che il Popolo della libertà debba mettere in campo soprattutto una proposta politica. Le alleanze sono una conseguenza di quello che uno vuole fare. Dov’è l’equivoco nel quale navighiamo da alcuni mesi? Monti ha una maggioranza di centrosinistra, perché per me il PdL è un partito di centro. Può fare un’alleanza a destra, e per me la destra è la Lega, o può fare un’alleanza con il Pd. La Dc ha fatto alleanze di tutti i tipi finché è stata capace di farle ed è persino sopravvissuta finché ha saputo farle. Io non demonizzo l’attuale maggioranza ma noi l’alleanza non l’abbiamo mica fatta. Noi ci siamo trovati in un’alleanza a sostegno di un governo che ha contenuti opposti ai nostri. Lo potevamo fare, perdendo metà dei nostri consensi, ma con il paracadute di un patto: cioè la stessa alleanza poi si presenta alle amministrative e poi alle politiche. Invece qui l’alleanza la fanno solo Pd e Udc e il bidone resta tutto a noi. Io sono un democristiano dagli ascolti larghissimi e so che l’accordo tra Casini e Bersani non risale a qualche giorno fa ma a settimane fa. Berlusconi non c’entra o meglio c’entra solo perché suscita la vendetta dorotea di Casini che lava col sangue l’esclusione dal PdL di quattro anni fa… Casini pensa che Berlusconi abbia inventato il PdL per cacciare lui. Per tornare al dibattito interno al Pdl sulle primarie, dico che si possono fare, ma separare Berlusconi da Alfano è come mettere in discussione la Santissima Trinità. Berlusconi è il padre, Alfano il figlio e Gianni Letta lo Spirito Santo. I nostri vecchi ci insegnavano che Roma è piena di colli importanti. Se il Pdl vince ci sarà gloria per tutti. E ogni giorno che ci separa dal voto è un giorno perso per l’Italia, perché i mercati premiano un Paese che fa riforme strutturali e un Paese può fare riforme strutturali solo in base a un mandato elettorale. Poi, per me, si doveva votare molto prima: questo governo è suddito delle banche e della Germania