sabato 12 febbraio 2011

Diamo fiducia a chi ha fiducia

La crisi economica che viviamo chiama la politica ad un senso di responsabilità che deve essere assunta in pieno. E’ necessario prendere consapevolezza del fatto che la nostra è una fase storica nuova, segnata da una crisi che è globale e che, come ha affermato recentemente il Presidente del MPS Giuseppe Mussari, ad un convegno organizzato dal Centro Culturale di Siena, presenta caratteri di permanenza. Per questo, tutti: la politica, le amministrazioni, le banche e gli imprenditori stessi, sono chiamati a rinnovare la fiducia alle persone che fanno impresa. E’ compito delle banche e della Pubblica amministrazione dare loro credito, in senso letterale del termine, favorendo investimenti lungimiranti, anche in un momento dove la predisposizione al rischio imprenditoriale viene messa a dura prova.
Non bisogna arrendersi a questa crisi, non possiamo aspettare invano qualche cambiamento imprevisto e tantomeno bisogna illudersi che possa esistere una formula giusta, un modello di sviluppo che risolva tutti i problemi. L'unica strada percorribile è dare fiducia alle persone che lavorano quotidianamente per il bene comune. Oramai è chiaro che il pensiero del "tutto subito", che si è dimostrato uno dei fattori scatenanti della crisi finanziaria, è un pensiero perdente. Dare fiducia alla persona, alla sua capacità di impegnarsi creativamente, nonostante le condizioni difficili e talvolta persino ostili del momento, è l'unica posizione ragionevole che può essere assunta per affrontare, senza subirla, questa fase storica. E' importante arginare la paura e tenere quanto più distante la rassegnazione. Gli imprenditori che in questo momento cercano nuove soluzioni, nuovi mercati, nuove forme di finanziamenti, nuove forme di collaborazione, sono mossi da una fiducia ragionevolmente fondata e perciò meritano altrettanta fiducia. Allo stesso tempo la Pubblica amministrazione ha il dovere di stimolare e favorire la propensione di quegli imprenditori che coinvolgono e valorizzano i propri collaboratori e di sostenere quanti si impegnano a trovare forme nuove di collaborazione tra le imprese, sia a livello orizzontale che di parteschip. C’è bisogno di rapporti duraturi con fornitori e clienti. E’ necessario arginare la concorrenza di tipo "darwiniana", di derivazione anglosassone, che ha caratterizzato gli ultimi decenni e puntare su valori e ricchezze, favorendo tutte le sinergie possibili e immaginabili.