martedì 28 settembre 2010

La politica ai tempi nostri

Non è successo all’improvviso, che la politica italiana diventasse tutto un affare di dichiarazioni e battute riprese dalle agenzie e diffuse e poi riprese dai giornali e dai siti di news, e poi arrivano le reazioni alle dichiarazioni, e le riprendono le agenzie, eccetera. Non è una novità. Ma la completa sostituzione dei temi politici con le chiacchiere, le accuse e le battute, è a ormai a un livello che non si era mai percepito, e chissà se torneremo indietro.
È come se la politica italiana non fosse mai tornata dalle vacanze, quest’anno. Ci era andata, in vacanza, ebbra della scissione dentro il PdL, argomentata a suon di distanze sui contenuti e sui metodi, fatta traboccare dal conflitto sulla giustizia: dopo, ad agosto, è sembrato tollerabile tirare un po’ i remi in barca e rilassarsi in quattro settimane di dichiarazioni dalle spiagge su “il governo cade/il governo non cade”.
Ma poi agosto è finito, e sta finendo settembre, e nessuno si è ancora ricordato che ci sarebbero cose da fare. O anche cose da discutere, ma “cose”. Invece l’attività prevalente dei politici italiani in questi giorni – con la baldanzosa complicità dei giornali che ospitano severi editoriali accanto a pagine e pagine di polemichine che saranno rimpiazzate da altre domani – è far mandare comunicati alle agenzie, cercare spazio nei dibattiti televisivi, controllare su internet se le loro parole sono state riprese e i loro nomi citati.
Chiunque abbia a che fare per lavoro con il rullo delle notizie di agenzia racconta quanto mai come in questi giorni la sezione “politica” sia completamente inattiva fino a metà mattinata, quando cominciano a venire battute le parole dei politici contenute nelle interviste dei giornali, e si esalti poco dopo, quando altri politici hanno letto i giornali e cominciano a diffondere risposte e opinioni su quel che hanno letto.